09.10.2021 | Verità e Parola nell’opera di Cesare Zavattini



sabato 9 ottobre 2021
Centro Culturale Zavattini, ore 17.30
Verità e Parola nell’opera di Cesare Zavattini
Il linguaggio come parabola morale alla ricerca del significato perduto

Incontro con Gloria Sgherri Esposto
in conversazione con Simone Terzi, Fondazione Un Paese

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L’incontro, inserito all’interno dei percorsi di valorizzazione della figura di Cesare Zavattini, pone l’accento sui termini Verità e Parola, entro cui si è svolta la ricerca di Gloria Sgherri Esposto. Al centro della ricerca il linguaggio come scelta morale e come l’abuso di significato abbia condotto Zavattini al recupero della lingua dialettale, con la speranza di raggiungere quel tanto agognato contenersi in un unica parola, “Sa pudés stricarm’ in d’na parola a durmirés”

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“Il pensiero non è cosa
la cosa è più del pensiero.
Il corpo va da solo e compie fatti che sono pensieri.”
Cesare Zavattini, Circa i morti, cit. in G. De Santi, Ritratto di Zavattini scrittore

“Zavattini è stato un caso unico nel panorama culturale a lui contemporaneo, originale persino all’interno del movimento neorealista cui, molto spesso, si è soliti ricondurlo, in nome della sua prolungata e proficua collaborazione con Vittorio De Sica. Questo isolamento, molte volte confuso con uno sfrenato egocentrismo che non faceva assolutamente parte del temperamento del nostro autore, come egli stesso scrive nelle sue carte private conservate nell’archivio di Reggio Emilia, è alquanto significativo e, soprattutto, indice di una certa modernità e preveggenza”.
Gloria Sgherri Esposto

 

Nonostante si sia dibattuto a lungo sulle tematiche e sui modi zavattiniani, evidenziandone molto spesso i legami con quel filone umoristico di discendenza pirandelliana che annoverava tra i militanti l’amico e collaboratore Achille Campanile, ritorna utile instaurare dei paralleli con la letteratura europea, per dimostrare come le opere zavattiniane possano coerentemente allinearsi in uno sfondo internazionale. Ed è il fattore linguistico ciò che legittima questo raccordo e ciò che al contempo, però, allontana Zavattini dalle varie avanguardie, la cui libertà di espressione è comunque data a posteriori, canonizzata in un manifesto.

 

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Gloria Sgherri Esposto nasce a Pesaro, nel 1987. Dopo la maturità frequenta la facoltà di Lettere Moderne dell’Università di Urbino ‘Carlo Bo’, dove si laurea in letterature comparate in triennale e magistrale, rispettivamente nel 2010 e nel 2012, con relatore Gualtiero De Santi. Alcuni estratti della tesi compaiono sulla rivista letteraria ‘Fermenti’ e l’intero elaborato viene poi pubblicato da Contino Editore. Nel 2014 frequenta a Torino un master di editoria e nel 2017 un secondo master in critica cinematografica presso l’Università di Urbino. I campi di ricerca e di studio si rivolgono principalmente alla letteratura italiana e francese del Novecento, alla linguistica e filosofia del linguaggio e al cinema, mantenendo l’approccio comparatistico della propria formazione. Nasce così, anche grazie a varie collaborazioni con la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, con la Rivista di Studi Pasoliniani e con la Cineteca di Rimini, l’interesse sulla figura di Zavattini e sulla sua produzione letteraria.

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CENTRO CULTURALE ZAVATTINI
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