20 Marzo 2024

IL NOME CHE DIAMO AI COLORI, PRESENTAZIONE DEL LIBRO CON L’AUTORE IVAN SCIAPECONI



“Il nome che diamo ai colori” è una storia di speranza ispirata ai fatti che portarono alla chiusura del “manicomio dei bambini” di Casinalbo, in provincia di Modena. La sentenza giudiziaria che seguì le vicende narrate nel libro ha portato ai primi affidi e adozioni in Italia, oltre a segnare la nascita dei diritti dei bambini come li conosciamo oggi.

Nell’Istituto Medico Psicopedagico di Casinalbo erano ospitati ragazze e ragazzi provenienti da tutta Italia e accomunati dalla grande povertà: alcuni avevano la colpa di essere orfani o non voluti, ad altri era stato diagnosticato un semplice ritardo di apprendimento, ad altri ancora handicap più o meno invalidanti. Tutti insieme vivevano isolati dal resto del mondo.

Normalmente, i vigilati neoassunti nella struttura duravano poco: restava solo chi non si poneva troppi problemi a praticare i metodi feroci imposti dal direttore. Uno di loro, però, ha fatto una scelta diversa: è rimasto lì per far conoscere questa storia, prima alla stampa e poi alla magistratura. Il suo nome è Paolo Tortella.

Oggi Paolo vive in provincia di Mantova nell’azienda agricola che i figli hanno trasformato in fattoria musicale e quando gli chiedi di raccontare i fatti che hanno ispirato Il nome che diamo ai colori, lui ti guarda e sorride.  “Siamo arrivati prima di Basaglia”, dice. “Sei anni prima.”   “Il nome che diamo ai colori” è una storia di “demerito” e di “anormalità”.

L’Istituto Medico Psicopedagogico “Il Giardino” è il luogo in cui la società degli anni ’70 si è illusa di rinchiudere tutto ciò che corrispondeva a una norma condivisa. Qualsiasi definizione di normalità si basa sull’esclusione di tutto ciò che non viene percepito come normale, un’esclusione che genera mostri come ben sappiamo dalla storia recente. E che purtroppo sembrano voler tornare.

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