18 Giugno 2021

Focus Libri



Presentazione del libro “I bambini del soldato Martin” di Matteo Incerti (Corsiero, 2021) nel cortile della biblioteca.
Appennino bolognese, ottobre 1944. Martin Adler, soldato semplice della fanteria americana, figlio di un emigrato ungherese di religione ebraica, sta perlustrando un casolare. Vede muoversi qualcuno all’interno di una grande cesta di vimini. Lui e il suo commilitone sono pronti a premere il grilletto del loro mitra, quando all’improvviso l’urlo di una donna li ferma. Dal contenitore sbucano tre splendidi bambini. Adler sorride e chiede alla madre di scattare una fotografia per immortalare quell’istante in cui la vita ha vinto sulla morte. Rimarrà il suo ricordo più bello della campagna d’Italia contro il nazifascismo. Dal primo all’ultimo giorno di guerra in Italia, Adler scattò fotografie e realizzò disegni da recapitare alla famiglia. Decine d’istantanee che ritraggono momenti goliardici dietro la linee, ragazze, bambini. Il suo antidoto per dimenticare incubi, tragedie, umiliazioni che stava vivendo al fronte tra morte, distruzione ed episodi di antisemitismo subiti nelle file dell’esercito chiamato a combatterlo. Ritornato negli Stati Uniti, per tutta la vita Martin cercò di dimenticare quegli orrori aiutando il prossimo.
Nel dicembre 2020, a novantasei anni, rinchiuso da mesi nella sua casa in Florida a causa dell’epidemia di Coronavirus, Martin Adler dice alla figlia Rachelle di aiutarlo a ritrovare quei tre bambini: decidono di lanciare un appello sui social network. Che fine hanno fatto? Sono ancora vivi?
Il giornalista italiano Matteo Incerti raccoglie la richiesta e la rilancia, facendo diventare virale questa storia in pochi giorni. Tutti vogliono ritrovare i bambini del soldato Martin. Come in una favola di Natale quei tre fanciulli del 1944, ormai diventati a loro volta nonni, si riconoscono nell’istantanea rilanciata dai media e abbracciano virtualmente Martin.
Il romanzo ricostruisce la storia di un soldato, la sua visione della guerra, la sua passione per la fotografia e la sua incrollabile fiducia che un sorriso, un tocco di umanità fosse possibile anche nel bel mezzo di un conflitto mondiale. Matteo Incerti ha raccolto la testimonianza di Martin, l’ha raccontata come fosse un romanzo, arricchendola con le fotografie e i disegni originali, conservati da Martin: ricordi indelebili che per settantasei anni sono rimasti nascosti nella sua anima. Una favola della vita, vissuta nell’eterno conflitto tra odio e amore, morte e vita, rassegnazione e speranza. Dal 1943 ai giorni nostri.
La prenotazione è obbligatoria: prenotazioni@comune.rubiera.re.it
Per info: 0522 622257
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