Sistema Bibliotecario
della Provincia di Reggio Emilia

In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne le lettrici di “Parole per te” leggeranno un estratto di “Le disobbedienti. Storie di donne che hanno cambiato l’arte” scritto da Elisabetta Rasy (ed. Mondadori).

Se gli occhi sono lo specchio dell’anima e l’anticamera delle passioni che l’attraversano, quello che si coglie nel quadro “Giuditta che decapita Oloferne”, nel viso della carnefice, non è un’espressione di ritrosia o di pentimento, né tantomeno di pietà. E’ piuttosto lo sguardo di sfida e di vendetta con cui il predatore pregusta già la sua vittoria di fronte alla preda.

Artemisia Gentileschi a soli 27 anni ne è la “pittora”.

La sua storia di donna bella, appassionata e pittrice, poco propensa alla timidezza ed alla sottomissione, è narrata nel libro: “Le disobbedienti. Storie di donne che hanno cambiato l’arte” di Elisabetta Rasy nel capitolo a lei dedicato.

Ma chi era Artemisia Gentileschi? Una donna del 1600 cresciuta in un’epoca in cui alle donne venivano riconosciuti solo ruoli di cura nella famiglia, anche se non piacevano.

Ad Artemisia infatti non piaceva il posto in cucina a sbrigare le faccende di casa e le fatiche imposte dagli impegni di cura da dedicare alla famiglia. Per la sua vita rivendicava un ruolo che la esprimesse come persona nonostante, tra le sue disgrazie di donna, annoverasse anche uno stupro. E, come nei repertori dei film già noti a noi contemporanei, il pubblico del suo processo per stupro la trasforma in una donna “che se l’è cercata”.

Ma – colpo di scena – Artemisia, anzichè soccombere al dolore ed all’umiliazione del processo, trasforma la sua rabbia in energia creativa: non solo riesce a resistere alla vergogna del processo, ma la passione che animerà le sue opere pittoriche l’aiuteranno ad affermarsi sia come persona che come artista.