2 Marzo 2024
Prendersi cura . la mostra
Biblioteca Panizzi . Sala Bellocchi (secondo piano)
sulle tracce storiche dell’assistenza civica a Reggio Emilia nelle carte degli archivi di ASP e della Biblioteca Panizzi
a cura di Chiara Torcianti e Claudia Rabitti
La secolare storia di assistenza a bambini e adolescenti nella città di Reggio Emilia emerge in tutta la sua ricchezza e complessità nel patrimonio documentario delle Opere Pie Educative, l’ente che raccolse, alla fine del XIX secolo, l’eredità delle istituzioni caritative che, nell’arco di quattro secoli, si erano occupate del sostegno agli indigenti. Accanto a tali istituti, dalle carte sono emersi ulteriori protagonisti della storia socio-economica e religiosa della provincia, ovvero le più antiche confraternite di laici. Anche nelle carte conservate presso la Biblioteca Panizzi – che nella mostra dialogano con i materiali delle Opere Pie – troviamo tracce di tale lunga esperienza civica di cura. Una storia che vide, già dal XIII secolo, la Città divenire protagonista nell’ambito delle opere di carità, affiancata dall’impegno di cittadini abbienti decisi a donare i propri averi alle istituzioni impegnate nell’assistenza e nella beneficenza. Infatti, in risposta alla drammatica situazione sociale conseguente a guerre, carestie, disoccupazione, nel secolo XVI furono fondati il Pio luogo Orfani e la Pia casa dei Mendicanti, che il Settecento riformatore successivamente unificò.
Parallelamente, sorsero anche enti dedicati alle fanciulle povere e orfane, ovvero il Conservatorio della Ss. Trinità e il Pio istituto Quinziani, ai quali si aggiunsero poi, nel Settecento, il Conservatrmo della Ss. Concezione e infine la Casa di carità per fanciulle. Se la Repubblica Cisalpina attuò una politica di soppressione di enti religiosi, unificando al contempo le attività di assistenza nella Commissione generale delle opere pie, la Restaurazione generò un parziale ritorno alla loro autonomia amministrativa.
Dopo l’Unità, un logica emergenziale lasciò spazio al riconoscimento dell’importanza della formazione dei giovani nella costruzione della convivenza civile. Alla fine dell’Ottocento venne così istituita la Commissione municipale Orfanotrofi, che stabilì l’obbligo di istruzione elementare e di avviamento al lavoro per tutti gli ospiti degli istituti e che, nel 1898, impresse un netto riordino organizzativo alle istituzioni di beneficenza. Nel 1951, infine, sorse l’Opera Pia Orfanatrofi, retta dal professor Ermanno Dossetti sin dal 1953. Emblema del suo approccio innovativo, sul piano pedagogico e logistico, fu il Villaggio Belvedere, a Baragalla. Il progetto fu affidato alla Cooperativa architetti e ingegneri di Reggio Emilia, e rispecchiò le più avanzate teorie sull’organizzazione dello spazio socio-educativo per i più giovani.
sabato 2 marzo la mostra è aperta dalle 15.30 alle 17.30
con possibilità di visita guidata con i curatori
da martedì a venerdì ore 9.00-12.30 e 13.30-18.00
lunedì e sabato ore 9.00-12.30